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Lavoro notturno: orario, rischi e obblighi

Lavoro notturno: orario, rischi e obblighi

Il lavoro notturno è una modalità organizzativa necessaria in molti settori produttivi e dei servizi, nei quali si richiede operatività continuativa nelle 24 ore.

Sebbene sia disciplinato da un quadro normativo articolato, comporta rischi specifici per la salute e la sicurezza dei lavoratori che lo svolgono con regolarità.

Indice

Definizione di lavoro notturno

Il lavoro notturno, ai sensi del D. Lgs 66/2003, è definito come un’attività lavorativa svolta all’interno del periodo notturno, ovvero qualsiasi arco temporale di almeno sette ore consecutive che comprende l’intervallo tra le ore 00:00 e le 05:00.

In questo ambito rientrano, ad esempio, le fasce orarie 22:00–05:00, 23:00–06:00 e 00:00–07:00.

Lavoratore notturno

Per la definizione di Lavoratore notturno occorre far riferimento sia alla definizione canonica di lavoratore, prevista dall’articolo 2 del D. Lgs 81/2008 che dalla definizione fornita dall’articolo 1 del D. Lgs 66/2003.

Il lavoratore è definito, ai sensi dell’art. 2, comma 1, lettera a) del D. Lgs 81/2008 come “la persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un Datore di Lavoro, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione”.

Per l’inquadramento quale “Lavoratore notturno”, l’articolo 1 del D. Lgs 66/2003 prevede le seguenti casistiche:

Esenzioni e limitazioni all’obbligo di lavoro notturno

La prestazione notturna è di norma obbligatoria se prevista dal contratto collettivo di appartenenza, tuttavia l’art. 11 del D. Lgs 66/2003 stabilisce che alcune categorie di lavoratori possono legittimamente rifiutare di svolgere lavoro notturno, per motivi legati alla tutela della maternità, della genitorialità o di situazioni familiari particolari. In dettaglio, non sono obbligati a prestare lavoro notturno:

Tali esenzioni sono riconosciute per legge: il Datore di Lavoro, una volta presa notizia della condizione di esenzione, non può quindi obbligare il lavoratore o la lavoratrice alla prestazione notturna.

Lavoro notturno: lavoratori minorenni

Il lavoro notturno è generalmente vietato ai minori di 18 anni, ai sensi della Legge 17 ottobre 1967, n. 977.

La legge, però, in accordo con i diversi contratti collettivi, prevede alcune deroghe tra cui:

Tali attività, così come le attività lavorative diurne effettuate da lavoratori minorenni, devono essere sottoposte ad una specifica valutazione dei rischi per i lavoratori minorenni, firmata da un genitore/tutore, secondo l’iter previsto dal D. Lgs 81/2008 e dalla Legge 17 ottobre 1967, n. 977.

In tali casi, il Datore di Lavoro è obbligato a comunicare tempestivamente alla Direzione provinciale del lavoro i nominativi dei minori, le circostanze di forza maggiore e le ore lavorate.

Rischi per la salute e la sicurezza del lavoratore

Lo svolgimento regolare di attività lavorativa durante la notte comporta una serie di alterazioni fisiologiche e psicologiche, derivanti principalmente dalla disorganizzazione del ciclo sonno/veglia e dalla disregolazione del ritmo circadiano.

Quando l’organismo è costretto a lavorare durante le ore fisiologicamente destinate al riposo, viene sottoposto a una forma di stress cronico, che può compromettere l’omeostasi e la capacità di recupero psico-fisico del soggetto.

L’impatto sulla salute dipende dalla frequenza, durata e organizzazione dei turni, nonché dalla capacità individuale di adattamento.

Effetti a breve termine

Nel breve periodo, il lavoro notturno può determinare una serie di sintomi e disturbi funzionali, tra cui:

Questi effetti possono compromettere non solo la salute individuale, ma anche l’efficienza e la sicurezza dell’attività lavorativa, soprattutto in ambienti che richiedono attenzione costante, precisione e prontezza decisionale. Per questo motivo, oltre ai rischi per la salute, l’attività notturna è associata a un aumento del rischio infortunistico, dovuto principalmente alla riduzione della soglia di attenzione e alla stanchezza accumulata. La probabilità di incidenti sul lavoro tende a essere maggiore nella seconda parte del turno notturno, in particolare tra le 2:00 e le 5:00 del mattino, quando le funzioni neurocognitive raggiungono il punto minimo di efficienza fisiologica.

Effetti a lungo termine

L’esposizione protratta nel tempo al lavoro notturno è associata a un incremento significativo del rischio di patologie croniche e degenerative. In particolare:

Obblighi del Datore di Lavoro

Il Datore di Lavoro, in collaborazione con il RSPP ed il Medico Competente, è obbligato a mettere in atto tutte le misure necessarie per assicurare un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori che svolgono attività durante le ore notturne, tenendo conto delle specificità legate a questa particolare modalità di lavoro che può influire negativamente sul benessere fisico e psichico:

Obblighi del lavoratore notturno

Il lavoratore notturno, oltre ai diritti di tutela della salute, ha precisi obblighi previsti dal D. Lgs. 81/2008 in materia di salute e sicurezza sul lavoro:

Sorveglianza sanitaria

I lavoratori notturni sono soggetti a sorveglianza sanitaria obbligatoria, ai sensi dell’art. 14 del D. Lgs 66/2003, dell’art. 5 del D. Lgs. 532/1999 e dell’articolo 41 del D. Lgs 81/2008.

Il Datore di Lavoro che prevede, all’interno della propria organizzazione aziendale, è quindi sottoposto all’obbligo di nomina del Medico Competente e all’attivazione della sorveglianza sanitaria.

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