E’ noto che l’esposizione umana a vibrazioni meccaniche può rappresentare un fattore di rischio rilevante per i lavoratori esposti. Da un punto di vista igienistico, essa si differenzia in:

  1. Esposizione del Sistema Mano-Braccio, indicata con acronimo inglese HAV (Hand/arm vibration). Si riscontra in lavorazioni in cui si impugnino utensili vibranti o materiali sottoposti a vibrazioni o impatti. L’esposizione a vibrazioni al sistema mano-braccio è generalmente causata dal contatto delle mani con l’impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti a mano.
  2. Esposizione del corpo intero, indicata con acronimo inglese WBV (Whole Body Vibration). Si riscontra in lavorazioni a bordo di mezzi di movimentazione usati in industria ed agricoltura, mezzi di trasporto e in generale macchinari industriali vibranti che trasmettano vibrazioni al corpo intero. Tale esposizione può comportare rischi di lombalgie e traumi del rachide per i lavoratori esposti.

Il rischio associato all’esposizione a vibrazioni dipende:

  • dalle caratteristiche fisiche delle vibrazioni come ampiezza e frequenza;
  • dalla direzione delle vibrazioni lungo le coordinate biodinamiche x,y,z ;
  • dalla durata di esposizione.

L’esposizione a vibrazioni meccaniche del sistema Mano-Braccio ha evidenziato negli ultimi anni un aumento dell’insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo scheletriche, che prendono il nome di “sindrome da vibrazioni Mano-Braccio”.

Un disturbo relativo alla componente vascolare è rappresentato dalla sindrome di Rynaud, caratterizzata da fenomeni di pallore demarcato in uno o più dita della mano, causata dall’esposizione contemporanea a vibrazioni e microclima freddo. La componente neurologica è caratterizzata da neuropatie periferiche i cui sintomi più comuni sono formicolii, riduzione della sensibilità tattile e termica.

La componente osteoarticolare comprende lesioni a carico dei segmenti ossei ed articolari a livello degli arti superiori in particolare dei polsi e dei gomiti.
Al fine di prevenire l’insorgenza di tali patologie, il datore di lavoro secondo quanto previsto dall’art. 181 del D.lgs. 81/08 ha il compito di valutare e quando necessario misurare i livelli di vibrazioni meccaniche, tramite una valutazione del rischio specifico attraverso la quale si verifica il non superamento dei limiti sotto indicati.

All’art. 201 del D.lgs. 81/08 vengono indicati per il sistema Mano-Braccio i valori limite e i valori d’azione giornalieri che non devono essere superati. Il valore d’azione giornaliero (ovvero quel valore a partire dal quale devono essere attuate specifiche misure di tutela) è fissato a 2,5 m/s2 mentre il valore limite giornaliero (ovvero quel valore di esposizione che non deve essere mai superato) è fissato a 5 m/s2.

Sulla base degli esiti della valutazione, potrebbe essere necessario prendere delle misure di prevenzione al fine di ridurre il rischio, quali ad esempio:

  • utilizzo di DPI (ossia guanti antivibranti, in grado di garantire da un lato una buona manualità e dall’altro proteggere le mani dei lavoratori);
  • ridurre i tempi di lavorazione non modo da non superare il valore limite;
  • formazione dei lavoratori;
  • sorveglianza sanitaria.
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