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Valutazione del rischio Microclima

Il rischio microclimatico si riferisce ai potenziali effetti negativi sulla salute e sul benessere dei lavoratori causati dalle condizioni ambientali di un luogo di lavoro, come temperatura, umidità, ventilazione e velocità dell’aria.

Attività soggette al rischio microclima o microclimatico

Il rischio microclimatico è presente in numerosi ambienti di lavoro in vari settori. Sulla base della presenza di vincoli microclimatici intrinsecamente presenti all’interno del luogo di lavoro, questi vengono suddivisi in ambienti a rischio microclimatico moderabile o vincolato. È importante sottolineare che l’esposizione a questo fattore di rischio non è necessariamente legata all’utilizzo diretto di apparecchiature specifiche, ma può derivare dalle condizioni ambientali create durante lo svolgimento di determinate lavorazioni. In particolare, riportiamo un elenco non esaustivo di realtà che prevedono l’esposizione al rischio microclimatico:

  • Cucine industriali e ristoranti;
  • Magazzini alimentari con accesso a celle frigorifere;
  • Fonderie e acciaierie;
  • Stabilimenti industriali con utilizzo frequente di fiamme libere;
  • Cantieri edili;
  • Celle frigorifere e impianti di congelamento;
  • Miniere sotterranee;
  • Serre agricole;
  • Impianti di lavorazione alimentare;
  • Tunnel e metropolitane in costruzione;
  • Raffinerie di petrolio;
  • Stabilimenti di produzione di carta e cellulosa;
  • Capannoni industriali privi di sistemi di climatizzazione

La valutazione è anche necessaria nel caso in cui i lavoratori, per il tramite del RLS, segnalino una situazione di disagio lavorativo dovuto ad una non idonea condizione climatica.

La valutazione microclimatica è inoltre richiesta per i luoghi di lavoro che intendono certificarsi ai sensi della norma ISO 45001.

Danni alla salute e sicurezza dei lavoratori

L’esposizione a questo fattore di rischio può causare danni diversi in base alle condizioni microclimatiche all’interno del luogo di lavoro:

  • Luoghi di lavoro eccessivamente caldi causano un’ipersudorazione del lavoratore, portando alla comparsa di dermatiti e patologie infiammatorie a carico della cute e delle mucose. Un ambiente di lavoro eccessivamente caldo sottopone il corpo umano ad un forte stress, che qualora non sopportato, porta ad un esaurimento della capacità di adattamento (del cuore e del sistema termoregolatorio). I sintomi causati sono spaziano dal malessere generale, mal di testa, confusione, irritabilità a fenomeni di pressione bassa, sincopi, tachicardia e vomito.
    Possono essere causati anche fenomeni di vertigini, colpi di calore, perdita della coscienza e crisi respiratorie, con entità sempre più gravi (anche mortali) in base al grado di disidratazione del soggetto esposto.
  • Per quanto riguarda i luoghi di lavoro che espongo il lavoro ad ambienti freddi severi, quando i meccanismi di termoregolazione e le regole comportamentali non sono più sufficienti a mantenere l’equilibrio termico, la temperatura del nucleo corporeo si abbassa provocando manifestazioni patologiche anche gravi (lesioni locali da freddo, ipotermia, assideramento) che, se non trattate, possono avere conseguenze invalidanti permanenti o addirittura fatali.

Per questo motivo, il microclima è un fattore di rischio inserito nell’elenco degli agenti fisici del Titolo VIII D. Lgs 81/2008.

Documento di valutazione del rischio microclima o microclimatico

La valutazione del rischio microclimatico si inserisce nell’ambito della valutazione degli agenti fisici. La valutazione del microclima ambientale e del comfort dei lavoratori avviene misurando parametri ambientali e individuali, mediante strumenti certificati, seguiti dall’elaborazione di specifici indici di comfort che quantificano le condizioni microclimatiche. La valutazione strumentale verifica l’efficacia degli impianti di riscaldamento e raffrescamento e l’adeguatezza di eventuali modifiche strutturali.

I risultati ottenuti contribuiscono al Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), determinando le misure necessarie per eliminare i rischi identificati.

Quando va effettuata la valutazione del rischio microclimatico?

La normativa stabilisce che la valutazione dei rischi, compresa la valutazione del microclima, deve essere effettuata entro 90 giorni dell’inizio dell’attività.

La valutazione del rischio microclimatico è parte integrante e fondamentale del Documento di Valutazione dei Rischi, deve essere aggiornata ogni qual volta si verifichino mutamenti che potrebbero renderla obsoleta (entro 60 giorni dal mutamento), quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione o, comunque, con cadenza quadriennale.

Sanzioni

La mancata valutazione del rischio rumore, nonché l’effettuazione della stessa con metodologie non idonee, porta ad una sanzione penale che prevede l’arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3599,60€ a 9112,57€. Infine, se il Datore di Lavoro, una volta effettuata la valutazione, non provvede a mettere in atto le misure di mitigazione previste, viene prevista una sanzione penale che prevede l’arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.847,69€ a 5.695,36€.

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