Considerato l’arrivo della stagione estiva ed il conseguente aumento delle temperature e dell’umidità, il caldo viene percepito in maniera sempre più asfissiante dai lavoratori. Di conseguenza, è utile ricordare quali siano gli adempimenti a cui il Datore di Lavoro deve ottemperare, sia per quanto riguarda le attività indoor sia per quelle svolte all’aperto direttamente esposte al caldo ed ai raggi solari.

Caldo ed effetti sulla salute

Nonostante l’esposizione ai raggi solari sia indispensabile alla vita, una permanenza prolungata e scorretta al sole può causare numerosi danni al nostro organismo. Gli effetti sulla salute causati dal lavoro outdoor in condizioni microclimatiche anormali sono dovuti sia dall’aumento di temperatura e di umidità dell’aria che dalle radiazioni UV provenienti dai raggi solari.

Tali effetti, in base al tempo di comparsa della sintomatologia, si suddividono in effetti a breve termine ed effetti a lungo termine.

Per quanto riguarda gli effetti a breve termine legati al clima troppo caldo, possiamo riconoscere i seguenti casi:

  • Ustioni della pelle: dovuti ad un’esposizione eccessiva ai raggi UV rilasciati dai raggi solari, che provoca la morte delle cellule epiteliali. Questo fenomeno, in base alla gravita, può causare fenomeni che vanno dall’arrossamento della pelle, a vere e proprie ustioni, di primo, secondo e terzo grado, in base alla profondità dello strato di cellule che muore;
  • Dermatite da sudore: causata dalla macerazione cutanea indotta dalla eccessiva presenza di sudore. Si presenta sotto forma di piccoli brufoli o vescicole. L’eruzione cutanea può comparire sul collo, sulla parte superiore del torace, sull’inguine, sotto il seno e sulle pieghe del gomito;
  • Esaurimento o stress da calore: esaurimento della capacità di adattamento (del cuore e del sistema termoregolatorio), specie in soggetti non acclimatati sottoposti a sforzi fisici intensi. I sintomi causati sono spaziano dal malessere generale, mal di testa, confusione, irritabilità a fenomeni di pressione bassa, sincopi, tachicardia e vomito.
    Fenomeni di vertigini, colpi di calore, perdita della coscienza e crisi respiratorie, con entità sempre più gravi (anche mortali) in base al grado di disidratazione del soggetto che, con l’aumento della temperatura esterna, aumenta la propria sudorazione, espellendo così acqua e sali minerali, necessari alle principali funzioni cardiache e cerebrali.

I fenomeni a lungo termine invece, sono attribuibili alla esposizione prolungata e continua nel tempo alle radiazioni UV rilasciate dai raggi solari: queste radiazioni causano danni permanenti al DNA delle cellule, che può portare nel tempo alla formazione di tumori.

In particolare, la IARC ha stabilito che l’esposizione ai raggi UV del sole è un fattore di rischio accertato per quanto riguarda il melanoma delle mucose (il tumore della pelle e delle mucose che si sviluppa dai melanociti, le cellule che producono la melanina, il pigmento che conferisce alla cute la sua colorazione) e della BCC (il carcinoma basocellulare, ovvero il tumore dello strato più esterno della pelle).

Si evidenzia che i raggi UV utilizzati per i trattamenti abbronzanti producono lo stesso effetto dei raggi solari e, per questo motivo, possono causare i medesimi effetti sulla salute.

Obblighi del Datore di Lavoro

L’articolo 17 del D. Lgs 81/2008 sancisce che il Datore di Lavoro deve effettuare una valutazione di tutti i rischi presenti nella propria attività lavorativa: tra questi possono essere presenti quelli legati al microclima e al possibile lavoro effettuato in ambiente outdoor.

Per quanto riguarda l’ambiente indoor, in fase di progettazione, risulta necessario verificare l’adeguatezza dei luoghi di lavoro ai requisiti relativi ai rapporti aero-illuminati dei locali, così come indicato nei Regolamenti Edilizio e d’Igiene di riferimento, anche mediante mezzi di illuminazione artificiale e impianti di ventilazione meccanica.

Risulta inoltre necessaria la corretta regolazione della temperatura, in relazione allo sforzo e all’attività svolta, tale che il troppo caldo o il troppo freddo non creino disagio ai lavoratori.

Per quanto riguarda gli ambienti outdoor, invece, risulta necessaria l’adozione di varie misure di prevenzione e protezione, volti a tutelare il lavoratore sia dagli effetti a breve termine che da quelli a lungo termine. Il Datore di Lavoro dovrà quindi:

  • Organizzare le attività in esterno, in modo da evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde della giornata;
  • Evitare bruschi sbalzi di temperatura;
  • Prevedere periodiche pause durante l’orario di lavoro, da effettuarsi in postazioni all’ombra;
  • Prevedere l’utilizzo di adeguati indumenti, in relazione alla temperatura esterna; Vigilare sul divieto di operare a petto nudo;
  • Mettere a disposizione acqua per i lavoratori, per assicurare una corretta idratazione ed un recupero dei sali minerali;
  • Mettere a disposizione creme solari ad alta protezione.

La verifica dell’adeguata attuazione delle misure di prevenzione e protezione deve essere effettuata da un responsabile presente sul luogo dove si svolge l’attività, che potrà anche coincidere con il preposto, che, in base alle condizioni meteoclimatiche e in caso di insorgenza di condizioni di stress termico,  può decidere di mettere in atto misure di tutela specifiche.

L’organizzazione del lavoro e l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da parte del Datore di Lavoro, deve essere svolta in collaborazione con il Medico Competente: gli effetti dannosi provocati dall’esposizione ad un microclima anormale rendono, infatti, necessaria la nomina di un Medico Competente e l’attivazione della procedura di sorveglianza sanitaria.

Il Medico Competente, attraverso il giudizio di idoneità rilasciato durante le visite, interviene anche nella scelta dei lavoratori che verranno esposti al rischio microclimatico, con l’obiettivo di tutelare i soggetti particolarmente suscettibili a tale rischio, ovvero:

  • Persone affette da albinismo o, comunque con la pelle chiara (fototipo 1), che risultano più soggetti sia ai danni di breve termine che agli effetti a lungo termine;
  • Persone che soffrono di particolari patologie cutanee, tra cui la così detta “intolleranza al sole”, che risultano più soggetti sia ai danni di breve termine e a reazioni simil-allergiche causate dall’esposizione al sole, tra cui la dermatite polimorfa solare (arrossamento e sensazione di prurito ed eruzioni cutanee rosse e pruriginose su petto, spalle, braccia e gambe);
  • Persone che soffrono di problemi cardiaci e/o a cui è stato installato un peacemaker che, se soggetti ad una disidratazione eccessiva, potrebbero riscontrare problemi nel funzionamento del proprio dispositivo che potrebbe andare a causare un arresto cardiaco;
  • Lavoratori maturi (45/65 anni) che risultano più sensibili agli effetti provocati dall’aumento della temperatura;
  • Persone che soffrono di patologie alla tiroide, ghiandola del nostro corpo deputata a rilasciare gli ormoni regolatori della liberazione del calore dalle nostre cellule
  • Persone che soffrono di obesità, a causa dell’eccessivo sforzo cardiaco richiesto per smaltire il calore corporeo
  • Persone affette da diabete, che hanno difficoltà a disperdere il calore a causa della ridotta vasodilatazione e rischiano di avere abbassamenti drastici della glicemia in seguito a sforzi fisici;
  • Persone affette da asma, bronchite cronica e difficoltà respiratorie;
  • Persone affette da patologie a carico dei reni, la cui disidratazione può peggiorare per l’insufficienza renale.

In conclusione, bisogna porre particolare attenzione al periodo climatico particolarmente caldo in arrivo, affidandoci ad una giusta organizzazione del lavoro, che consideri i rischi stagionali a cui saranno esposti i lavoratori.

Linee Guida INAIL: progetto Worklimate

Considerato il periodo di estremo caldo e siccità in qui ci troviamo, INAIL ha emanato delle linee guida relative all’ “Esposizione a temperature estreme ed impatti sulla salute e sicurezza sul lavoro. Il progetto Worklimate e la piattaforma previsionale di allerta.”

Il documento, oltre a riportare informazioni relative ai rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori e gli obblighi a cui il Datore di Lavoro deve adempiere, prevede la messa a punto di nuovo strumento, il Portale Worklimate, che fornisce ai Datori di Lavoro previsioni personalizzate sulla base dell’attività fisica svolta dal lavoratore, dell’ambiente di lavoro e delle condizioni climatiche previste.

Ecloga Italia supporta le aziende clienti nella valutazione dei rischi e nella gestione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente.

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